INFORMAZIONI GENERALI:
- TITOLO: L’arte di essere fragili – come Leopardi può salvarti la vita
- AUTORE: Alessandro D’Avenia
- GENERE: Romanzo
- VOTO:
IL LIBRO:
Spesso capita di stereotipare Giacomo Leopardi come pessimista, infelice e sfortunato. In questo libro D’Avenia lotta senza arroganza contro ogni pregiudizio: a volte basta solo cambiare prospettiva e il tutto assume un nuovo significato, una nuova luce.
Leopardi è infatti presente in ognuno di noi più di quanto ci si possa aspettare. Non abbiamo forse come nostro fine la perfezione? Non è forse vero che siamo complici di una società che non accetta fallimenti e che fa sentire inadeguati – fuori luogo – coloro che non arrivano a posizioni elevate? Purtroppo, solo le persone dotate di un carattere più forte riescono ad uscire da questo circolo vizioso di giudizi e apparenze, ma i più deboli? I più fragili? Loro che fine fanno?
D’Avenia si rivolge soprattutto a un pubblico giovanile – agli adolescenti – perchè sono proprio loro a dover entrare a far parte della società:
Abbiamo dato loro tutto per godere la vita, ma non abbiamo dato loro una ragione per viverla. Abbiamo scambiato la felicità con il benessere, i sogni con i consumi.
D’altra parte si sa, l’adolescenza è una delle tappe più complicate della vita di un essere umano, se non l’unica. D’Avenia la definisce così:
L’adolescenza è la tappa dell’informe che cerca la forma, del caos che cerca l’ordine, della speranza che cerca l’esperienza e dell’impossibile che cerca il possibile.
Adolescenza è questo fuoco che non vuole altro che ardere di passione e di passioni, a volte fino a bruciare se stessa per mancanza di combustibile.
La cosa difficile è che è proprio in questo periodo della vita, breve ma importantissimo, che ognuno deve capire la propria essenza, i propri limiti e il proprio infinito:
L’eccesso di speranza dell’adolescenza permette di prendere la rincorsa necessaria a saltare gli ostacoli che ci separano dall’infinito.
Che cosa sia l’infinito narrato in questo libro, non lo posso dire: è un piccolo segreto che scoprirà soltanto colui che deciderà di intraprendere questo viaggio introspettivo in compagnia di due autori che insieme formano la coppia ideale a cui aprire la propria anima.
Ma quindi, cosa c’entra Leopardi con tutto questo? Anche se, ribadisco nuovamente, per comprendere al meglio il significato di questo libro la mia recensione non è sufficiente, posso anticipare che egli, essendo fragile, è il maestro di vita perfetto, quello che, semplicemente esistendo, riesce a regalare emozioni che penetrano nel cuore senza mai più abbandonarlo.
Tu, Giacomo, riflettendo sulla natura umana, avevi capito che è sì animale, ma è anche altro, è capace di sollevarsi su quell’animale e superarlo: è un embrione di infinito, un “qui” in cerca di un “oltre”.
Concludo con questo spunto interrogativo che altro non è che una delle infinite citazioni che ho sottolineato nel libro:
Chi ha l’ardire di chiamare sfigato un ragazzo così, capace di accettare e trasformare le sue sfortune in un trampolino per aprire la testa e il cuore? Chi è capace come lui di affrontare la vita con questo coraggio e avere la malinconia come compagna di cammino, e nonostante questo creare così tanta bellezza? Mi fermo e chiedo: riuscireste voi a trasformare in canto il dolore della vita, i vostri fallimenti, la vostra inadeguatezza? A nutrirvi del vostro destino, più o meno fortunato che sia, per farne un capolavoro immortale?
CONSIGLIATO?
Questo è, secondo me, un libro che tutti dovrebbero leggere. In qualche modo, non so bene come, è in grado di cambiare la vita ma, come dicevo all’inizio, senza pretese o arroganza.
Lo porterò sempre nel cuore.
Arianna
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